Spremo nella mano questo grumo d'aria immobile. Non è estate, non porta
sale, non s'apre come l'ala di un gabbiano. Non è nemmeno autunno, non
goccia rosso dalle foglie, né oro dalla luce. Penzola dai tetti,
scolorata e indifferente, stringe la gola con una malinconia
raffazzonata e sciatta. Nessun canto dal fondo di questa tazzina di
caffè poggiata a margine del davanzale. Il gatto m’accarezza le
caviglie. Aspettiamo insieme la meraviglia che non c'è.
se ti spremessi tu, invece, succo che col lungo il colloi, succo che colori la bocca, frutto che tocchi i pensieri, frutto aspro, frutto dolce, frutto bello, frutto che cerco e trovo e stringo e
RispondiEliminae non si può finire mai
lo faccio, seduta dove sai tu, come immersa a metà, l'acqua è fredda e sono già lontana dalla riva e un po' mi confondo. poi ti leggo e mi dico va bene, vado più avanti e la confusione si mischia allo stupore per quello che mi dici e come mi stringi esatto e le parole volano - mi commuove la tua tenerezza - e così mi stringo nelle righe per non dire tutto quello che. e tu sai che.
Eliminapoi l'acqua mi richiama e scrivo.
leggerai leggeremo
il rumore che fa
che non finisce mai
qui non finisce mai